venerdì 1 giugno 2018

🕧 Quella giornata che durava dieci ore... stranezze francesi a Chivasso 🕥



Tutte le foto presenti nell'articolo sono di Enrica Merlo tranne una che è comunque segnalata.

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Venerdì 25 maggio 2018 mi sono recata presso Palazzo Santa Chiara, ovvero la sede del municipio di Chivasso (splendido Palazzo edificato negli anni seguenti il 1739 dal padre Gesuita Antonio Falletti di Barolo come convento delle Clarisse osservanti, palazzo mai portato tra l'altro a completo compimento per l'elevato costo di costruzione ma comunque splendido) per vedere uno spettacolo teatrale a dir poco particolare: si trattava de LE COMBAT DE CHIVASSO.



Due splendide immagini in notturna di una parte di Palazzo Santa Chiara.

Ma torniamo a noi; LE COMBAT DE CHIVASSO. Opera teatrale molto asciutta, graffiante a tratti anche ironica ma molto divulgativa e comprensibile a cura de L'Officina Culturale, scritta da Adriano Pasteris ed interpretata, oltre che da Pasteris stesso anche da Bruno Fasan, Angela Tomada e Rossano Vitale; alla regia, Gianluca Vitale.


Adriano Pasteris

Si comincia addirittura dalla rivoluzione francese... devo dire la cosa mi turbava un pochino ma lo spettacolo invece non ha affatto deluso le aspettative... del resto se non ci fossero state queste premesse non avremo mai forse saputo che... velo dico dopo.


Com'era Chivasso tra la fine del 1700 e l'inizio del 1800: doveva essere davvero una bella cittadina, proprio come è ora tra l'altro. La sua posizione su quella che oggi viene definita la Statale n. 11 per essere chiari, faceva di Chivasso un centro davvero estremamente strategico per le truppe francesi che in quel periodo riuscirono a conquistare il Piemonte... c'era anche, e c'è tutt'ora, Rondissone, il mio paesello completamente adagiato sulla "linea infuocata" attraversato da questa via così importante e pare che il ponte sulla Dora Baltea proprio fuori dal paese andando verso Vercelli, (anche se non ne ho la certezza assoluta infatti è più che altro una testimonianza "orale") sia stato proprio se non costruito, comunque reso quello che è a tuttoggi, dalle truppe napoleoniche al loro passaggio per andar a conquistare Milano e ritorno.


 Adriano Pasteris 


Angela Tomada nei panni di una simpaticissima locandiera Chivassese.


Com'è, come non è nella serata del 5 dicembre del 1798 Chivasso è a tutti gli effetti francese, mais oui. Altra curiosità o meglio avvenimento storico tutto chivassese fu che Papa Pio VI in viaggio forzato verso la Francia sostò all'Osteria Tre Re. Spassosa la scena dove la simpaticissima Angela Tomada ha dei grossi dubbi che la sua locanda possa ospitare un cotanto personaggio.


Questo quadro poi si intitola proprio "Combat de Chivasso" e appartiene ad una collezione privata in quel di Parigi e risale più o meno al 1900 e si riferisce alla giornata del 26 maggio 1800 quando Napoleone irrompe ad Ivrea ed ovviamente anche a Chivasso sbaragliando austriaci, piemontesi e chiunque si frapponesse tra lui e i suoi obiettivi di conquista. Tra l'altro fa credere agli austriaci di star dirigendo il suo esercito verso Torino quando in realtà lo sta mandando verso Milano.
Il punto saliente di tutto questo è che Chivasso per i francesi è sempre stata una sorta di "zona ristoro" e non lo dico in modo ironico, lo fu davvero. E davvero in gamba furono sempre i suoi abitanti a far sì che la città non venisse saccheggiata perchè non in grado di sostenere l'immane sforzo di procurare le razioni agli eserciti  al loro andare e venire.

Infatti il 7 luglio 1805 al suo ritorno da Milano, invece di passare da Ivrea il Buon Napoleone in persona si ferma a Chivasso per fare un lusinghiero discorso di ringraziamento alla tenacia del chivassesi. 


La compagnia al completo al termine della rappresentazione.

Ma cosa c'entra la rivoluzione francese e quella cosa che dovevo dirvi e che vi dirò ora e che cosa c'entra l'orologio nell'immagine di copertina di questo articolo? Non notate nulla di strano in quell'orologio? Sicuri? Aspettate che ve lo faccio vedere più da vicino.


Foto scattata da me 

Inanzitutto, dove si trova questo orologio? Si trova incastonato nel timpano di Palazzo Einaudi che si affaccia su Piazza d'Armi a Chivasso. A questo punto sono certa che avete capito cosa c'è di anomalo e se non è successo ve lo dico io. Questo bell'orologio è un retaggio post rivoluzione francese e venne denominato L'OROLOGIO DEL TEMPO NUOVO. Questo perchè era tanto il desiderio dei rivoluzionari di cambiare veramente TUTTO attraverso la loro estrema azione sovversiva che vollero anche mutare lo scorrere del tempo: questo quadrante infatti se guardate bene è formato non da dodici ore come tutti gli orologi bensì da DIECI ORE!!!! L'avete visto ora? Questo comportava e comporta tutt'ora una certa difficoltà di lettura del tempo per farvi un esempio quando l'orologio segna l'una in realtà sono le due e quaranta... un pò complesso, proviamo a capirci qualcosa in più.


Immagine dal web

Come potrete notare "il giorno da mezzanotte a mezzanotte è diviso in dieci parti ovvero ore, ciascuna parte in altre dieci e così di seguito fino alla più piccola parte misurabile. La centesima parte dell'ora è chiamata minuto decimale, la centesima parte del minuto è chiamata secondo decimale". Mentre i nostri normali orologi misurano il trascorrere di una giornata con due giri completi del quadrante, l'orologio di Palazzo Einaudi compie lo stesso percorso in un solo giro di quadrante!! Non vi sto a dire che questi pazzerelli di rivoluzionari si misero a cambiar di nome i mesi, i giorni della settimana e via discorrendo, c'è di che ammattirne!!

Ma la cosa che mi fa sorridere e anche un pò meditare se devo essere sincera, è che io sono nata a Chivasso; sono vissuta a Rondissone per parecchi anni e quindi per parecchi anni ho frequentato Chivasso. Sono stata a Palazzo Einaudi molte e molte volte e in Piazza d'Armi molti mercoledì  della mia goiovinezza per il mercato ma ho scoperto questa cosa fantastica solamente VENERDI' 25 MAGGIO 2018... e come potevo, al ritorno dallo spettacolo LE COMBAT DE CHIVASSO, non fermarmi ad ammirare questa meraviglia per la prima volta con occhi nuovi (sì, che c'era un orologio l'avevo notato ma non che fosse un cotanto orologio) e a non fotografarla, così, anche un pò al buio?
Ancora tanti complimenti alla compagnia de L'Officina Culturale di Chivasso, a tutti i chivassesi presenti ma soprattutto passati per essere stati così tosti e felice di aver scoperto questo orologio strepitoso che vi invito a vedere con attenzione se passate da questa strategica nonché incantevole città piemontese.

Enrica Merlo🐈 01/06/2018

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