venerdì 23 dicembre 2016

VA BENE HO CAPITO, VOLETE UNA STORIA DI NATALE.

"Il Campanile" (Rondissone)

Sono storie, sono sempre e solo storie ma che a ricordarle fa proprio bene.

Avrete notato che amo fotografare il campanile di Rondissone. Costruzione che torreggia sulla mia casa natia se non sbaglio dal 1600 se non prima, periodo al quale risale anche per l'appunto la mia casa; un tempo dovete sapere che anche nei paeselli più piccini c'erano più chiese, campanili e canoniche che abitanti o case e la mia dimora natale faceva appunto parte di questo complesso religioso, ci sono ancora gran e belle parti di mura e l'arco sopra al portone d'entrata a dimostrarlo.


Tanto per dirvi, questa è una sezione muraria ma non sto scrivendo questo post per illustrarvi le pietre di casa mia bensì per raccontarvi una storia, semplice ma vera che, per l'appunto, riguarda il Campanile. Siete pronti?

Bene, stamane stavo lavando le tazze della colazione quando le campane hanno cominciato a suonare. Vuoi che oggi sono un po' più tranquilla, vuoi che c'è un magnifico cielo azzurro, mi è tornato alla mente il buon caro Mario. Mario era, quando ero piccina, il Campanaro, figura conosciuta e stimata da tutti. Si da il caso che abitasse proprio vicino a casa mia ed io ero la sua prima "fans" nel senso che come usciva di casa io ero pronta a seguirlo. Mario era un omino del sud, piccino e con i capelli bianchi e con un sorriso sereno da fare veramente invidia.
Io arrivavo giusto alla porta del campanile e poi mi sedevo sui gradini e guardavo all'insù quelle imponenti campane che si muovevano grazie a Mario. La curiosità era molta ma dovete sapere che il signor Campanile misura la bellezza di 25 metri ed io ho sempre vagamente sofferto di vertigini. Ma un bel giorno dopo l'ennesima offerta da parte del buon Mario accettai di salire. Le scale erano molto strette e con un corrimano che definirlo tale era un azzardo ma nonostante tutto non avevo paura; c'era il buon Mario con me e più salivo più mi sentivo forte, invincibile. E che dire quando fui in cima? C'era un'aria che portava via e le campane...le campane erano ENORMI!! Io lo avevo immaginato che non potessero essere piccole ma così grandi mai lo avrei creduto, grandi, grandi, grandissime!! E quando mi affacciai il panorama era bellissimo, allora nella mia ingenuità credetti di vedere i confini del mondo e non esagero dicendo che forse per l'unica volta nella mia vita provai la sensazione di poter fare VERAMENTE tutto ciò che desideravo. Ero non solo invincibile, ero un'eroina dei fumetti o un angelo o un uccello e potevo...volare. 
E quando Mario cominciò a suonare...che frastuono incredibile ma mai scorderò  il vedere le campane muoversi cosi vicine a me...sembravano grandi animali preistorici che dondolavano placidi. L'aria pungente, la maestosità delle campane, il suono incredibile prodotto dal piccolo Mario che si sentiva quanto amasse le sue campane, il panorama mozzafiato...credo sia uno dei ricordi più vividi della mia infanzia. Dopo Mario, nessuno ha preso il suo posto; passato un periodo di triste silenzio il Campanile è tornato a suonare grazie ad un meccanismo elettronico...nulla a che vedere con le note armoniose suonate da Mario ma almeno il Campanile è tornato a cantare e sono certa che a proteggere le sue campane ancora oggi aleggi lo spirito del buon Mario il Campanaro, uomo silenzioso, gentile, geniale, eterno.

(Storia vera)

BUON NATALE!!


Qui MI MANCANO I FONDAMENTALI
Enrica Merlo
23/12/2016


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.