giovedì 4 maggio 2017

💫 HO FATTO UN SOGNO 💫


CANNELLA

Sono storie, sono sempre e solo storie ma a volte si ha l'urgenza di raccontarle. 

Stanotte ho fatto un sogno. Poi mi sono alzata e ci ho appena pensato, in genere non ricordo i miei sogni.
Tornando in camera dopo colazione vedo Cannella (la fantastica micia in foto per chi non lo sapesse) acciambellata sul letto e mi torna tutto alla mente.

 E' la stessa posizione in cui era quando è cominciato tutto, acciambellata sul letto con quel suo sorriso pacifico sul viso, come sempre, quando non c'è alcun pericolo imminente per lei. Sento un tremito che mi fa sobbalzare, provenire da sotto i piedi ed un gran boato sordo che pare arrivare proprio per ingoiarmi come fosse un mostro dapprima quasi silente poi sempre più forte. Cannella si sveglia e mi scruta interrogandomi con lo sguardo, passano piccoli istanti preziosi senza che io sappia darle una spiegazione ed è già sicuramente tardi. Non ci sono altri con noi, ci siamo solo io e lei, di questo ho certezza, come sempre durante i sogni più angosciosi, si sa perfettamente, non si sa come, che altre persone non sono coinvolte in quello che ci sta accadendo.
Il terremoto. Io il terremoto l'ho provato diverse volte nella vita, in montagna dove spesso e volentieri "una ballatina" capita, in Umbria in vacanza con mia sorella dove tutte le mattine la sveglia era non il trillo consueto ma il letto che ballava.
Terremoto. vedo il soffitto deformarsi, cerco di non perdere la calma. Troppo tardi per uscire o per fare qualsiasi cosa, Cannella continua a guardarmi speranzosa, ha un'eccessiva fiducia nei miei confronti. Sta crollando tutto, mi avvento su di lei e cerco di coprirla con il mio corpo lei capisce, forse e si acciambella più stretta, io sento il suo corpo caldo a contatto con il mio petto ed il mio stomaco, "troppo attaccata, la soffocherò", inarco la schiena tanto da creare una distanza di qualche centimetro tra me e lei. Cominciano a cadere i primi calcinacci sulla mia schiena poi il dolore si fa più forte, ed il rumore ed il dolore si confondono; Cannella impaurita si agita e mi graffia ma non mi importa la devo proteggere e lo sto facendo. Il soffitto o i pezzi di esso, premono sulla mia schiena, forse saranno pochi secondi che paiono un'eternità.
Buio, silenzio e polvere. Sento il corpo di Cannella sotto di me è caldo e respira. Stranamente è ferma immobile, la chiamo. Comincia a fare le fusa, è salva. Solo questo importa. Comincio a piangere, lei mi lecca le lacrime. Buio, silenzio, polvere e dolore, su di me preme il soffitto di una casa che probabilmente non esiste più. Mi addormento, mi sveglio, Cannella fa le fusa e mi lecca, mi addormento, mi sveglio Cannella fa le fusa e mi lecca, per un tempo interminabile non sento nemmeno più il dolore. Il suo respiro è affannoso adesso cerco di aprire la bocca e farne uscire un pò di saliva lei capisce e beve dalla mia bocca e fa le fusa. Un tempo interminabile è passato. La luce, accecante, violenta e quasi fastidiosa, ora lì sotto quasi mi pareva di essere al sicuro e forse lo ero.
Ci tirano fuori. Io stringo convulsamente Cannella al mio petto, la conosco come me stessa e so che degli estranei potrebbero spaventarla, "datemi una coperta" dico e la avvolgo come un neonato, ora sembra più calma. Dell'acqua, abbiamo bisogno di acqua e beviamo entrambe.



Cercano di togliermela dalle braccia io mi giro e sono certa di emettere un ringhio in quel momento tanto che i soccorritori fanno un passo indietro spaventati. "Cosa state facendo" chiedo. "Dobbiamo portarla a farsi visitare dai medici e non può portare con sè il suo gatto" mi rispondono. 
Mi guardo intorno, la mia casa non c'è più ed io ho in braccio l'unica cosa al mondo di cui veramente mi importa in quel momento. "Sto benissimo, grazie". Tutti mi guardano attoniti mentre con balzi agili mi allontano da tutta quella distruzione. E faccio le fusa e sorrido e guardo la mia Cannella che mi è grata e sono certa di stare leccandola e lei mi sorride fa le fusa e mi lecca a sua volta. Sono morta, sono rinata, sono un gatto, non ho più bisogno di nessuno tranne della mia anima, è il mio pensiero.
E me ne vado con la certezza di essere la me stessa che non sono mai stata, quel bozzolo rinsecchito che ero è rimasto sicuramente sepolto sotto alle macerie. Ora posso cominciare a vivere, a respirare senza dare fastidio a nessuno, è un mondo nuovo per me ma ho con me la migliore delle maestre.

Poi mi sono svegliata.


Qui MI MANCANO I FONDAMENTALI

 04/05/2017

(Spero che chi è stato coinvolto nei recenti terremoti non si senta offeso da questo mio racconto che poi non è racconto ma un sogno, uno dei pochi che ricordo in tutta la mia vita. Ci sarà un motivo per tutto questo ne sono certa, ho sentito il bisogno di raccontare, tutto qua, sono perfettamente consapevole che realmente in un caso come questo non sarebbe facile uscirne vivi, grazie.)
 

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