martedì 8 gennaio 2019

IL PAPIRO DI ARTEMIDORO UN MISTERO RISOLTO 👏 🎆


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Articolo precedente: http://www.mimancanoifondamentali.com/2019/01/quello-che-avete-sempre-voluto-sapere.html?m=1

Vi parlo oggi del Papiro di Artemidoro acquistato nel 2004 dalla fondazione per l'Arte della Compagnia di San Paolo di Torino per la mica modica cifra di quasi tre milioni di euro da un, ora lo so può dire, sedicente mercante d'arte egiziano di origine armena tale Serop Simonian in Germania. E' proprio di questi giorni la notizia che Il Papiro datato inizialmente al primo secolo a.c. per mano del geografo greco Artemidoro da Efeso sia invece da attribuire ad un calligrafo greco attivo intorno alla metà del 1800 tale (pure lui) Costantino Simonidis che pare non sia stato nuovo alla riuscita falsificazione di opere. A scoprire il falso, dopo anni peraltro di sospetti più o meno palesati da numerosi studiosi un'indagine condotta dal procuratore Armando Spataro che, pur avendo ordinato una revisione penale nei confronti del Simoniam ha dovuto archiviarla in quanto il reato di truffa è già prescritto per decorsi termini di tempo.
Una faccenda che, se non ci fosse di mezzo la blasonata Compagnia di San Paolo suonerebbe un tantino grottesca. Ma andiamo un pochino indietro nel tempo e scopriamo qualcosa su questo famigerato papiro, siete pronti?

Il papiro ha una larghezza di poco più di trentadue centimetri ed una lunghezza di due metri e mezzo circa ed è un papiro non intero ma a frammenti. Il papiro è suddiviso in quattro parti, una dove non vi è scritto nulla; la terza parte suddivisa in venti frammenti è quella più interessante poichè contiene una cartina geografica e una parte con raffigurazioni di disegni di mani, piedi, volti; la quarta parte contiene un disegno. Gli scritti presenti sul papiro indicano una sorta di comparazione tra la geografia e la filosofia ed una parte importante che parla della suddivisione amministrativa della Spagna; è forse proprio questa descrizione che ha tratto in inganno i primi studiosi ad interessarsi al manufatto, Claudio Gallazzi e Barber Kramer poichè Artemidoro aveva proprio scritto il "Geographoumena" in cui veniva citata quasi perfettamente la stessa parte di testo. Peccato però che fosse stato il buon Simonidis a copiarla e non il contrario. Sul retro del papiro inoltre degli interessanti disegni di animali reali o fantastici.



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A trarre in inganno molteplici fior di studiosi fu, per farla molto breve la datazioni in tutte le salse possibili del materiale ovvero del papiro stesso ma non dell'inchiostro usato per scriverci; inoltre l'inchiostro al nerofumo usato proprio intorno al primo secolo a.c. veniva usato anche dai falsari e quindi diventava molto difficile spesso distinguere un manufatto senza contare conoscenze geografico/politico/congetturali contenute nei testi del papiro impossibili a conoscersi per il periodo in cui è datato. Una svista da parte degli studiosi grossa come una casa. Fatto sta che già nel giugno del 2008 La Repubblica se ne usciva con una copertina culturale dedicata proprio al famigerato papiro di Artemidoro dove l'emerita studiosa Anna Ottani Cavina già gridava a gran voce con prove circostanziate che il papiro fosse un falso. Sin dall'inizio il papiro fu circonfuso da mistero in quanto non esistevano prove visive del suo "spacchettamento" in quanto si diceva che fosse avviluppato insieme ad un certo numero di altri documenti/papiri/cartapesta; una foto esiste ma si vede il papiro già praticamente spacchettato dal suo  involucro detto anche "konvolut". Una bella furberia storico/artistica poichè si ritiene che anche la fotografia (che potete vedere qui sotto) sia un falso.


Il Konvolut, google image - l'immagine potrebbe essere sottoposta a copyright

Come il papiro sia arrivato nelle mani della Compagnia di San Paolo ora è noto ma dopo qual'è stata la storia di questo curioso manufatto? Nel 2006, due anni dopo il suo acquisto, fu organizzata una mostra presso Palazzo Bricherasio a Torino dal titolo "le tre vite del Papiro di Artemidoro" curata anche da Gallazzi che fu insieme a Kramer il primo a pubblicare ancora in terra teutonica una dettagliata descrizione del papiro. Al termine della mostra fu immantinente trasferito a Milano presso il Laboratorio di Papirologia dell'Università di Milano. Nel marzo del 2008 fu organizzata un'altra mostra in quel di Berlino  al "Museo Egizio e collezione di papiri".

Il papiro di Artemidoro fu inizialmente promesso in comodato d'uso gratuito al Museo Egizio di Torino il quale però da subito declinò il gentile invito adducendo una motivazione praticamente inattaccabile: gravavano troppi sospetti di falso e troppi studi che confermavano la veridicità di questi sospetti per farsi carico di un fardello che probabilmente avrebbe rischiato di intaccare il lustro del Museo. Bravi hanno proprio fatto bene. In realtà dall'ottobre del 2014 il Papiro di Artemidoro o meglio il Papiro di Simonidis è esposto a Torino presso il Museo di Antichità. 

Comunque il Museo Egizio è stato grande. Mica per niente è il secondo museo egizio al mondo.


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Enrica Merlo🐈29/12/2018

MI MANCANO I FONDAMENTALI (clicca per andare alla pagina)


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