sabato 17 agosto 2019

CIRCE, sappiamo chi sei e DOVE abiti 🐷🐖 💋


Foto dal web - l'immagine potrebbe essere soggetta a copyright




"Circe", risposi, "che da me richiedi?
Io cortese vêr te, che in sozze belve
Mi trasformasti gli uomini? Rivolgi
Tacite frodi entro te stessa; ed io
La tua penetrerò stanza secreta,
Onde, poiché m'avrai l'armi spogliate,
Del cor la forza tu mi spogli ancora?
No, se non giuri prima, e con quel grande
Degl'immortali dèi giuro, che nulla
Più non sarai per macchinarmi a danno".

Dal canto X dell'Odissea

E' certamente il sogno segreto di tutti noi poter trovare o almeno pensare che i luoghi mitici delle nostre letture possano esistere veramente. E' il caso della celeberrima Circe, una dei protagonisti dell'Odissea di Omero. Sì, proprio lei, l'ammaliatrice e seducente maga che trasformava gli uomini in maiali.

Si parla nella descrizione lasciataci da Omero di "cave grotte" dove risiedeva la bella Circe ma da qui a trovare davvero il luogo non è cosa semplice vi pare? Invece un pool di studiosi c'è riuscito: si tratta dell'equipe di ricercatori dell'Associazione Sotterranei di Roma che grazie ad un progetto voluto dal Parco Nazionale del Circeo sono riusciti a calarsi nell'impressionante fessura carsica detta Grotta Spaccata di Torre Paola. E' stato il ricercatore Lorenzo Grassi che ha avuto la perspicace  idea di far calare in questa spaccatura mozzafiato un gruppo di speleologi, luogo che sino ad ora si era soltanto visto dal di fuori e che rappresentava ai più null'altro che uno scorcio da sogno sito a pochissima distanza dai lidi di San Felice Circeo e Sabaudia.

Addentrandosi nella momumentale grotta gli studiosi si sono avveduti che il luogo coincide completamente con quello descritto da Omero non solo per i riferimenti geografici ma anche per struttura e sembiante. Ad appoggiare la teoria degli studiosi si è analizzata anche una Carta del Monte Circeo e Circondari di S. Felice che fu prodotta nel 1830 da Giovanni Battista Cipriani dove l'apertura  viene descritta con queste parole "due grotte una sopra dell'altra... in quella a mare entrano i bastimenti".
Facendo i dovuti calcoli che comprendono i cambiamenti morfologici della costa dai tempi in cui l'Odissea fu scritta ad oggi sembra ragionevole pensare che effettivamente allora le navi potessero avvicinarsi e scaricare i loro fardelli. 
Di conseguenza, questa ardita esplorazione, porta a coronamento quelle che furono le prime osservazioni e teorie di Tommaso Lanzuisi 35 anni or sono.



Circe ed Ulisse - l'immagine potrebbe essere soggetta a copyright

I nostri eroi ovvero Riccardo Ribacchi, Alessandro Paoli e Riccardo Paolucci sono a tutti gli effetti, come suggeriva il Cipriani, giunti alla "Grotta di Circe" attraverso il mare, vogando tramite pagaia fino in fondo, al termine dell'imponente fiordo, dopodichè si sono arrampicati sull'impervia parete e lo spettacolo, ci assicurano, era assolutamente inedito e straordinario sino alla sommità che si è presentata di consistenza terrosa e li ha portati all'interno di una galleria culmimante in un salone di dimensioni assolutamente ciclopiche: infatti tramite uno scanner tridimensionale laser si è potuto stabilire che soltanto il salone misura 40 metri di lunghezza, 25 metri di altezza per un totale volumetrico di 30.000 metri cubi, impressionante. Al fondo di questo salone poi uno strozzamento, un cunicolo che pare essere una antica via d'uscita verso la zona montagnosa.

Ma le sorprese della dimora di Circe non sono ancora finite: al suo interno si sono scoperte colonie a perdita d'occhio di pipistrelli presumibilmente appartenenti alla specie dei Rinolofo Maggiore e dei Miniotteri; specie che comunque essendo autoctona è sconosciuta agli studiosi; oltre che una scoperta archeologica anche un grande arricchimento a livello faunistico.

Fa sperare, inoltre, a nuove e sorprendenti scoperte quel che è stato rinvenuto nella zona più esterna della grotta ovvero dei cerchi che potrebbero far pensare ad antichi focolari; se del tempo di Omero o addirittura antecedenti questo non ci è dato ancora di saperlo. E' comunque, come tutte le scoperte  questa è senz'altro un ravvivare le speranze di sapere sempre di più sulle magnifiche opere di Omero, sui suoi protagonisti e sulla civiltà così com'era allora.
















Enrica Merlo 17/08/2019 



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