lunedì 6 settembre 2021

E CHI SE LO RICORDA... OPPURE SI': Il fatidico, amato terrazzo.

 

Foto mia: IO ovvero Enrica Merlo versione mignon e chignon


Articolo precedente: http://www.mimancanoifondamentali.com/2021/07/alpette-donne-in-musica-con-anna-dari-e.html


Mah, i primi ricordi "consci" della mia vita risalgono a quando mia mamma era incinta di mio fratello, credo, anzi no. Sono un fenomeno mi ricordo di cose avvenute pure prima.

Devo dire quindi, che ho un vivido ricordo di una calda estate sul mio terrazzo dove mia madre presa da amor filiale mi fece un bellissimo "puciu" (un puciu sarebbe l'equivalente piemontese dello chignon in lingua italica o franco/italica) con i miei lunghi capelli rigorosamente biondi prova della quale acconciatura v'è anche una gloriosa foto che conservo da qualche parte oppure ho pubblicato in modo salvifico su facebook con una poesia scritta sotto, oppure, sopresa sorpresa eccovela qua sopra... ero una bella bimbetta già allora nevvero? A proposito della poesia, della chignon, della mia bionditudine, questa foto di cui vi ho detto mi riporta alla mente anche un altro episodio cioè, il mio agnellino plasticoso profumato alla vaniglia (vedi foto). Io non so se le generazioni odierne sappiano di cosa io stia parlando ma esistevano ai miei tempi dei giochi, in forma d'animale in genere di plastica purissima et finissima (e credo pure un pochino tossici, ma vabbè sempre meno tossici credo del vaccino contro il covid), morbidissimi, e financo profumati, di un profumo intensissimo che rimaneva anche dopo svariati lavaggi ed oltre... io ho ricordo di questo agnellino perennemente profumato, non mi cale proprio che codesto abbia mai perso il suo effluvio e pensare che io e lui eravamo assolutamente inseparabili. Ma qualcuno di voi si ricorda di quel che sto dicendo? Un agnellino bianco con tutti i crismi con tanto di lana modellata, ondulata lungo il busto e, se non ricordo male, anche un fiocco, finto ovviamente, colorato d'azzurro intorno al collo e se non mi sbaglio, schiacciandolo un pochetto si poteva addirittura fargli fare una sorta di beeeeeh o verso similare. La cosa che ricordo di più è sicuramente il profumo, questo profumo vanigliatissimo che non so cosa darei per poter risentire almeno una volta nella vita, che nostalgia. Un vestitino rosa, un caldo molto intenso al mattino su quel terrazzo che andava in ombra solo al pomeriggio ed una spartanissimo triciclino rosso se non sbaglio (vedi sempre foto qui sopra). E ne deduco che, se mia mamma aveva tempo per farmi lo chignon era perchè il mio fratellone, un tempo fratellino, non aveva ancora visto la luce.

Un altro episodio terrazzoso fu purtroppo, piuttosto traumatico: munita di biciclettina (in cortile si andava raramente, non sto a spiegarvi, forse prima o poi sì ma per ora preferirisco di no) presi male una curva durante una spericolata pedalata misto Pantani e Schumacher (che Dio li abbia sempre in gloria entrambi anche se uno dei due pare ancora stranamente in vita) e, poichè il mio papà anzichè una normalissima passata di bianco sui muri prediligeva quella roba terrificante che formava piccole bozzoline sui muri in rilievo, finii a strusciare il manubrio contro codesto muro periglioso con il risultato di vedermi divelta COMPLETAMENTE un'unghia, un dolore atroce, un pianto atroce, un bruciore atroce, cacchio cacchio se me lo ricordo bene, e mia madre che esce fuori dalla cucina come un Italo in piena forma, velocità, alta velocità direi che, una volta capita l'antifona mi corca pure di botte. Ti sta bene Enrica e che fai ti diverti? Giochi? Strisci contro i muri più pericolosi d'Italia? Una sberla e pure ben data, una disinfettata veloce (avrei preferito la tortura cinese della goccia sul cranio) e non piangere nemmeno sennò le prendi un'altra volta. Temo che questo episodio stampato a fuoco nel mio cervellino sia un post nascitas fratellum perchè ormai la poca pazienza era esaurita ma facendo parte del "terrazzo" mi è tornato alla mente. 

Il terrazzo di casa mia è stato teatro, devo ammetterlo di numerose mie avventure, piccolo ma, nella mia fantasia di bambina, enorme microcosmo protettivo della mia infanzia (vespe e calabroni a parte, ma cosa volete che siano). Non so se pubblicherò mai sul mio blog questi miei ricordi o meno (eccotelo ahahaha) ma se lo farò, lo giuro solennemente, tenterò di creare una sorta di continuum temporale. Sempre che nella mia vita un continuum esista a volte ho qualche dubbio. Comunque ero proprio bella in chignon e questo mi riporta alla mente un altro episodio tutt'altro che felice, e mi riporta alla mente tutt'altro che uno chignon anzi mi riporta alla mente una bella rasata alla cucuzza ma questo ve lo racconterò a suo tempo, rispettando il continuum, venerando il multiverso, oppure ripudiandolo, oppure essendo felice della sua eventuale esistenza pechè pensate un pò se uno potesse vivere ad cazzum ehm scusate, cioè volevo dire, così tipo un frullato che il passato diventa presente, il presente diventa passato, adesso dove sto, non lo so cacchio se si potesse io quell'unghia forse non me la sarei staccata di netto e non mi sarei beccata quello scapaccione epocale, cavolo se così fosse quando mi tocca passare il mocio potrei passare in un altro multiverso e andare, che ne so, a funghi. Boh, forse mi faccio un pò troppo suggestionare da mia figlia e dagli Avengers. Ah perchè dimenticavo, io sto a dirvi di quando avevo quattro anni a malapena ma capita che nella confusione spazio temporale io abbia una figlia ventitreenne che suona l'arpa celtica e la cetra medievale, ha i capelli rossi e va in giro perennemente, estate ed inverno con gli scarponi da montagna della decathlon però quando suona sembra una fata, una principessa (beh suonasse l'apa celtica con gli scarponi credo mi sentirei parecchio in colpa per il suo equilibrio psico fisico, almeno quello mi è stato risparmiato). Insomma questi sono ricordi... belli o brutti che siano sono ricordi e la mia vita, ora che sto facendo mente locale sembra un pò un misto tra "Cent'anni di solitudine" e "Bar Sport". Messa maluccio eh? Continua... (anzi continuum ahahahaha).


Spero di non avervi tediati e vi informo simpaticamente che codesto racconto è protetto da copyright ma davvero davvero, nel senso che se a qualcuno gira di farlo passare per suo (come mi capitò in passato con ben 68 poesie, da ammazzarsi) son cavoli perchè è registrato regolarmente su Patamu numero deposito 161597 del 28/07/2021


Continuum? Boh



Enrica Merlo
per 
MI MANCANO I FONDAMENTALI

06/09/2021

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