martedì 24 ottobre 2017

💢IL MIO CONTROVERSO RAPPORTO CON I NIBELUNGHI 💢


Una graziosa biondina italica anche se non pare.

Qualche giorno fa parlando tra amici mi è ritornato alla mente un ricordo molto buffo anche se al momento in cui lo vissi non mi pareva poi così divertente.
Perché questo titolo? Ve lo spiego immantinente. Parlando di teutonici soggetti mi è tornato alla mente un episodio alquanto singolare della mia fanciullezza. Quando ero piccina e fino ad età più o meno avanzata (credo intorno ai diciotto anni) io e la mia famiglia andavamo al mare in un bellissimo campeggio a Cavallino Treporti vicino a Venezia. Codesto campeggio poiché strategicamente ubicato, era piuttosto frequentato da soggetti di origine germanica anziché no. A giugno poi, mese preposto dal mio paterno genitore a detta sua momento migliore per andare al mare perché meno affollato, la popolazione nibelunga era particolarmente folta, non mi chiedete tuttavia il perché. Fatto sta che praticamente noi eravamo l'unica famiglia italiana in mezzo a biondissimi individui et individue piuttosto ben piazzati. Potrei raccontarvi davvero parecchie cosette ma mi limiterò a dirvi che...
Avevo 11 anni ero innocente e piuttosto sulle mie. La spiaggia, in codesto campeggio si raggiungeva tramite una scalinata unico varco spaziale per poter raggiungere l'ombrellone. Capitò che un infausto giorno dovendo andare a fare un goccino di plin plin scendessi la fatidica scala la quale si affacciava su una sorta di incrocio a T che dava sulle tre aree principali del campeggio (molto "tetesca" come concezione). Io per raggiungere i bagni più vicini dovevo recarmi verso il vialetto a destra e fin qui tutto bene, senonché quel giorno, proprio al centro dell'incrocio c'era un ragazzetto fulvo e piuttosto tarchiato che mi guardava abbastanza torvo (ma al momento non vi feci caso più di tanto). Feci molto più caso alla portentosa legnata che mi piombò sul coppino non appena mi avviai verso il vialetto. Il fulvo tarchiato cominciò ad ingaggiare con me una lotta abbastanza impari in quanto io non ho mi avuto un gran fisico. Quel giorno io non lo sapevo ma era l'inizio di un vero e proprio incubo, tornai a casa senza dire una parola ai miei ma pesta come una braciola di maiale. La cosa si ripetè praticamente tutti i santissimi giorni fino alla fine del nostro "mese d'aria", la vacanza in assoluto più triste della mia vita, accennai vagamente riguardo all'accaduto solo gli ultimi giorni visto che bontà loro i miei genitori avevano notato quanto mi piacesse disertare la spiaggia quell'anno.

Un nibelungo

Avevo 12 anni e tornammo sempre al solito campeggio con la solita scalinata con la solita biforcazione a T con il solito, purtroppissimo, tipo nibelungo tarchiato fulvo nel bel mezzo, questa volta cresciuto di almeno 15 centimetri (mentre io ero praticamente "invariata"). Indovinate? Stessa batteria di botte tutte le volte. Questa volta però mi premunii di raccontare in modo dettagliato l'accaduto al mio pater familias qualche giorno dopo, con la speranza di tornare a casa quell'anno, con una parvenza di abbronzatura. Compresa la portata dell'affronto alla figliola, il mio papi partì alla volta della megatenda galattica della famigliuola del mascalzone nibelungo. Che tristezza. Dopo una chiacchierata degna di un piemontese che tenti di comunicare con un abitante di Pandora (vedi Avatar) ma che evidentemente nun gliela fa, viste anche le dimensioni del pater del mascalzone nibelungo (un armadio a sei ante con rialzo) il mio impavido papi mi prese da parte e con occhi tristissimi e colmi di comprensione mi disse "Alè mei che lasuma perdi; a sun trop gros" (trad. "E' meglio assai mia dolce figliola, lasciare che il giovane nibelungo sfoghi le proprie frustrazioni onde evitare che la sua abbondante nonché enorme famiglia ci stermini" più o meno). Iniziò una vacanza meno triste della precedente ma sicuramente solitaria e assai poco abbronzata, di nuovo. Devo dire che forse grazie al mio picchiatore teutonico, sviluppai il mio estremo amore per la lettura che perdura ancora oggi, rimanendo tutto il tempo che avrei dovuto occupare nuotando e giocando a racchettoni, nella veranda della nostra roulotte. Anche quell'anno tornai a casa bianca come una mozzarella tanto che potevo tranquillamente gareggiare coi nibelunghi per biancore della pelle ma sicuramente talmente colta da poter sbaragliare tutti i "Rischiatutto" in tutte le lingue del mondo.

Il nibelungo turbato

Avevo 13 anni quell'anno e non vi sto a dire che tornammo là, stessa spiaggia, stesso mare, stessa scala, biforcazione e dulcis in fundo nibelungo che aveva una faccia paonazza manco avesse già 45 anni, grugno ingrugnito più che mai ed altezza non precisamente definibile ma più o meno tra il metro e settanta ed il metro e novanta. -Eh no eh, se mi legna questa volta mi polverizza e mi userà la sua famiglia come erba cipollina sulla pasta-. Tant'è; ero in ballo e dovevo ballare anche se, parlando malamente, me la stavo facendo sotto. Dovete sapere che da sempre, forse presa da altre più interessanti occupazioni, non avevo quasi la percezione dei cambiamenti che il mio corpo aveva operato causa probabilmente il fatto che eran passati due anni, mi vedevo ancora come l'undicenne gracile, indifesa, piatta come un'omelette di due anni prima. Vedetemi invece al rallentatore con i biondi capelli tipo alga guam che si muovevano lentamente alla lieve brezza marina; vedetemi con un petto non più piatto ma che riusciva quasi a riempire la parte superiore del bikini, vedetemi con dei fianchi che non parevano più quelli di un paracarro ma piacevolmente rotondetti, vedetemi insomma che non somigliavo più ad Harry Potter ma finalmente a qualcosa di vagamente simile ad una donna, similteutonica ma, col senno di poi, molto molto più, mi si consenta la licenza poetica, figa. Bene, vedetemi scendere le scale come una bella, giovane sirenetta bionda con lunghe bionde ciglia che sbattevano ammiccanti (leggere tanto finalmente aveva dato i suoi frutti). Quello che accadde fu straordinario; il crudele nibelungo (per favore concentratevi e mantenete l'inquadratura cinematografica rallentatata) man mano che mi avvicinavo ondeggiante si stava trasfigurando, diventava quasi bello (mah) sgranava tanto d'occhi, credo di aver visto anche un pò di bava alla bocca ma, cosa assai più importante, non levò i suoi badili su di me lasciò le sue immani braccia teutoniche lungo i fianchi arrese, inermi. E fu così per il resto della vacanza. Rimase ogni giorno religiosamente ad aspettarmi sbavante, incapace di abbaiare, pardon, di dire alcunché, evidentemente, ebbene sì, innamorato come una pera cotta. La cosa non mi fece nè caldo nè freddo ma qualche soddisfazione l'ebbi: una portentosa abbronzatura innanzitutto, la consapevolezza che forse da crisalide stavo diventando una perdinci di farfalla e alla fine della vacanza passare in macchina davanti alla reception e vederlo lì, come un ciuffo di sedano selvatico ma fulvo e sono certa che nei suoi occhi brillasse oltre che una lacrima furtiva sicuramente una malcelata tristezza. Faceva bene ad essere triste il mio aguzzino teutonico: l'anno seguente andammo al mare ma nel mese di luglio (evidentemente anche mio padre si era preso una licenza poetica) e l'estate del mio quindicesimo compleanno, ritornati in giugno non c'era più...o semplicemente ero così presa a guatare i movimenti del mio vicino olandese (e a cercare di capire un'acca di quel che diceva) che proprio non lo vidi.
Ecco perchè, oltre che per campanilismo naturale, ogni volta che giocano Italia e Germania ricorro alla finta mamma di Rapunzel perchè faccia perdere con qualche incantesimo quelli che definisco (ma con simpatia) i crucchi...avrei forse dovuto amarli?

Ti sarebbe piaciuto eh brutto nibelungo cattivo?

Le foto in questo mio racconto sono tratte dal film "Cane all'Opera" del 1957 diretto da Chuck Jones e che vedono Taddeo e Bugs Bunny (Brunilde) alle prese con l'opera di Richard Wagner "L'Anello del Nibelungo" "L'Olandese volante" ed il "Tannhauser".

Grazie per avermi letta.

Enrica Merlo 🐈 24/10/2017

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