domenica 14 luglio 2019

Il fascino misterioso dell'ARTEMIDE EFESIA.


Foto dal web - l'immagine potrebbe essere soggetta a copyright


Articolo precedente: http://www.mimancanoifondamentali.com/2019/07/storie-di-draghi-regolo-e-il-serpente.html?m=1


Come arrivo a parlarvi dell'Artemide Efesia. Nulla di strano se non che ho visto una sua immagine su instagram, mi sono incuriosita e ho fatto delle ricerche; ora vi vado a parlare di Lei.

L'Artemide Efesia è una scultura che risale al secondo secolo d.c. e che rappresenta la Dea Artemide così come era oggetto di culto nell'omonimo tempio ad Efeso. Originariamente realizzata in ebano è una statua alta un metro e trenta circa,  in alabastro, ai primordi era ricoperta da sontuose vesti e gioielli che periodicamente venivano sostituiti durante lunghe e complesse cerimonie religiose. Fa parte della Collezione Farnese e si trova in esposizione permamente presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.


La statua nella sua interezza; foto dal web - l'immagine potrebbe essere soggetta a copyright

L'Artemide Efesia fu rinvenuta a Tivoli nella Villa Adrianea; fa parte, come si suol dire dell'arte cosiddetta Adrianea ovvero del periodo in cui regnò l'Imperatore Adriano (indicativamente dal 117 al 138 d.c.) dove venne ripreso il classicismo greco per volere proprio dell'imperatore che era uomo assai colto e raffinato Artista autodidatta, Poeta e fine letterato dedito per passione e per tendenza politica a tutto ciò che era "ellenico". Per capire meglio l'arte adrianea a livello puramente estetico, si può fare un paragone molto efficace con la nostra arte moderna: se l'arte augustea poteva rassomigliare in un certo qual modo al neoclassicismo, l'arte adrianea fu invece paragonabile al romanticismo.

La postura piuttosto rigida (anche se assolutamente affascinante) testimonia l'antichità del culto verso questa divinità. Ella era Dea della natura e dominatrice degli animali feroci; la statua è decorata con teste (o anche busti) di leoni, tori, api, cavalli, grifi, sfingi e fiori. Il petto è composto da quattro file di mammelle (interpretate da alcuni studiosi anche come scroti di toro) è evidentemente simbolo di fertilità e del potere che la Dea aveva sugli uomini poichè la fecondità era assicurata grazie alla castrazione dei tori e alla conseguente offerta del sacrificio. Il pettorale è contenuto da una ghirlanda di fiori di elicriso e ghiande e ha al suo interno due figure femminili alate ed anche i segni delle costellazioni del toro, leone, cancro, gemelli ed ariete.
Distintiva caratteristica della Dea è una sorta di aureola (detta meglio nimbo) intorno alla testa ed un copricapo detto a "kalathos" (che nell'antichità e nei ginecei era una sorta di canestro in cui venivano riposti i lavori prettamente femminili) che in questo caso specifico rappresentano le mura di una città. 

Le mani, la testa ed i piedi dell'Artemide Efesia sono in bronzo e sono frutto di un restauro da parte di Giuseppe Valadier avvenuto nell'ottocento quando la statua fu trasferita da Roma a Napoli. Sempre a proposito del restauro: l'aureola e la corona cilindrica in alabastro sono state restaurate da Alberto Albacini.


Foto dal web -  l'immagine potrebbe essere soggetta a copyright














Enrica Merlo 14/07/2019



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Ubicazione: Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Napoli - Italia)

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