Immagine generata con tecnologia AI
Torno dopo un bel po' di tempo a scrivere sul mio blog. Sono accadute molte cose dall'ultima volta ma non e' di questo che desidero parlarvi. Voglio raccontarvi di un vero e proprio personaggio che ha animato la mia infanzia, la Signorina Guglielmina per l'appunto. Perdonate se ho perso un po' di smalto nella narrazione ma spero di riprendere al piu' presto il mio inconfondibile stile.
Mi capita spesso in questo periodo di viaggiare molto piu' del solito in auto per motivi miei. Una delle volte in cui mi trovavo in auto con mia figlia ho avuto un'illuminazione, sapete quando vi sovvengono delle immagini del passato che credevate chiuse per sempre nella scatola polverosa dei vostri ricordi. La signorina o signora Guglielmina o, se proprio vogliamo dirla tutta semplicemente "La Guglielmina". Il paesello in cui vivevo era piccino si, ma abbastanza animato. Animato nel senso che c'era magari poca gente ma quella che c'era era gioviale e cordiale e non mancavano mai i saluti affettuosi e le alzate di mano da lontano se le strade non si incrociavano. Insomma era tutto molto diverso da come le cose sono ora...dove anche per fare duecento metri e' necessario e indispensabile prendere l'auto. Allora auto ce n'erano poche e si usavano soltanto per i tragitti impegnativi e che portavano in luoghi tanto lontani da non poter essere raggiunti a piedi o in autobus. Non sto parlando di trecento anni fa, sto parlando degli anni '70 dove io ero molto piccola ma erano tempi in cui anche piccole cose erano memorabili.
Abitavo in una casa che si affacciava su una piccola piazzetta detta Sarulin (non mi chiedete cosa significhi; io l'ho sempre sentita nominare cosi'), diciamo che era un bel crocevia perche' eravamo al centro del paese quindi, volenti o nolenti, quasi tutte le macchine che transitavano passavano di li'. Era bello perche' si potevano riconoscere senza affacciarsi alla finestra tutte le macchine ed i relativi guidatori. Compresa, appunto, la Guglielmina. Ma cosa aveva di cosi' strano questa signora o signorina Guglielmina? Adesso ci arrivo, un attimo. Possedeva una fiammante Fiat 600 quelle che la portiera si apriva al contrario per farvi capire meglio, sempre lucida e splendente e soprattutto appariva sempre nuova. Signora dalla tipica acconciatura anni '60, capelli scuri (forse tinti?) impeccabile, credo single o, come si diceva allora zitella (hops), aveva un modo tutto suo di portare l'auto e per questo, a distanza di qualche decade ancora me la ricordo perfettamente.
La famosa Fiat 600. Da una foto d'epoca in Piazza San Carlo a Torino (ovviamente l'avvenente signorina NON e' la Guglielmina) FOTO Pinterest
Da qualsiasi delle tre parti dell'incrocio provenisse la sua caratteristica peculiare era quella di farsi immediatamente sentire/riconoscere. Insomma si udiva parecchio tant'e' che quando stava per arrivare ed era ancora ad una certa distanza tutti ci si fermava quel tanto che bastava, foss'anche una frazione di secondo per dire "sta arrivando la Guglielmina". Davanti a casa mia campeggiava e lo fa tutt'ora un bello STOP (infatti dalla strada provinciale ci si immetteva e ci si immette sulla statale n. 11 ovvero quella che ancora oggi attraversa tutto il nord Italia). Un rombo roboante, un rumore fortissimo ed eccola apparire sullo stop. Ma la cosa che piu' colpiva della sua apparizione era la ripartenza. Ovviamente allora come oggi a meno che non si sia una specie di Schumacher si deve inserire la prima per partire ebbene...La Guglielmina non solo inseriva la prima per partire ma la teneva inserita per un tempo che quasi pareva infinito. Finché insomma era a portata d'orecchio cioè per un bel po' di kilometri e il tempo era come sospeso, non si riusciva a capire prima di tutto come facesse quella povera auto ad essere ancora viva dopo tutto quell'urlare e sferragliare del malcapitato motore, non si capiva come facesse a non esplodere. Eppure la 600 della Guglielmina era sempre impeccabile proprio come lei, sempre a posto non un graffio, non una sbavatura, sempre a posto. Il motore non l'ho mai visto a dire la verità, ma che mi crediate o no quella macchina e' durata molto più di lei penso. Non ho ricordo di quanto sia vissuta, di dove poi sia andata, di dove sia finita la sua seicento ma la cosa certa e' che ad un certo punto e' mancata, tanto, quel silenzio o come lo si voglia chiamare, rumore sommesso forse, era doloroso, mancava qualcosa, mancava qualcuno mancavano lei e la sua seicento. Proprio per lo sferragliare, lo scalpitare l'urlare del suo motore e per la sua testa che sbucava da sopra il sedile immutabile ed elegante. Secondo me certe persone dovrebbero sopravvivere al tempo, allo spazio, alla vita stessa, farsene un vanto di essere le prove viventi della teoria della relatività di Einstein. Perché sono monumenti ad un certo stile di vita, ad un orgoglio imperituro ad un'eleganza sempiterna che non esiste più ed invece dovrebbe esistere eccome. Ovunque siate Lei cara Guglielmina e cara seicento sappiate che, almeno finché il mio cervello funzionerà io vi ricorderò.
Ma torniamo a noi e a oggi. Nonostante le si tratti con tutti i riguardi le automobili anche se Fiat in persona non sono piu' come un tempo. Dopo sei mesi riescono a produrre una gamma di rumori davvero da guinness. Altroché seicento e altroché prima marcia inserita per kilometri e kilometri, lo facessi con la mia auto non durerebbe una settimana ed io sicuramente non ho la verve e lo stile della Guglielmina. Peccato. Però sono felice di aver ricordato e di aver messo a parte anche voi, che avrete la gentilezza di leggere di questa storia, semplice, umile, d'altri tempi ma di un'eleganza e di una grazia non replicabili nonostante il gran fracasso. Perché dopotutto i tempi migliori sono sempre quelli passati perché non torneranno, perché non saranno mai più così perché le persone non solo le cose erano diverse e credo non sia vero che piu' passa il tempo e più le cose migliorano. No, lo posso dire con certezza e, se fosse qui, lo potrebbe dire anche la Guglielmina e il suo stile di guida unico e imperioso.
E intanto domani è un altro giorno e un altro giro con la mia fiat che mai eguaglierà la seicento della signora\signorina Guglielmina, questo è poco ma sicuro.
Enrica Merlo
Per
MI MANCANO I FONDAMENTALI
Martedì 16 settembre 2025
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