giovedì 11 luglio 2019

STORIE DI DRAGHI: REGOLO E IL SERPENTE GIGANTE CARTAGINESE


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Storie di Draghi; leggenda precedente: http://www.mimancanoifondamentali.com/2019/05/storie-di-draghi-jormungander-il.html

Articolo precedente: http://www.mimancanoifondamentali.com/2019/07/appunti-felini-30-tutto-insieme-lamore.html?m=1


Molte leggende riguardanti draghi sono spesso frutto di veri e propri incontri dell'uomo con creature molto più grandi del normale ma reali e davvero esistite. E' quasi sicuramente questo il caso di Marco Attilio Regolo che nel periodo della prima Guerra Punica (261-241 a.c.) mentre stava avanzando trionfante nei pressi di Cartagine (ora Tunisi) si trovò a dover guadare il fiume Bagradas dal quale però spuntò un essere davvero enorme e spaventoso: si trattava di un grande serpente (alcuni soldati giurarono che si stagliava fino ai 30 metri) con lunghi denti e il cui sibilo riusciva a terrorizzare tutti gli uomini dell'esercito. Le sue squame erano lucenti e i suoi occhi di brace. Era dunque il guardiano del fiume!?! Regolo decise allora di andare più a monte per attraversare il fiume e dopo avr camminato tanto da veder scomparire completamente l'enorme creatura, scelse dunque un luogo dove passare. Il primo uomo si avventurò nel fiume ma dopo che l'acqua ribollì tremendamente ecco spuntare nuovamente la creatura che prese il soldato tra le sue spire e lo portò sott'acqua; così fece con il secondo, con il terzo e con il quarto uomo. Poichè molti dei suoi soldati andarono a perire per combattere la bestia, Regolo si rese conto che il serpente era tanto inespugnabile quanto una fortezza, decise quindi di affrontare questo terribile nemico esattamente come avrebbe fatto per espugnarla.


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Fece avanzare delle grandi catapulte che avrebbero lanciato dei massi contro la creatura. Così fu fatto. Preso di sorpresa per la gragnuola di massi che gli piombavano addosso e dimenandosi e urlando dal dolore, cominciò a ritirarsi al di sotto della superficie dell'acqua. Un masso particolarmente appuntito venne scagliato proprio mentre la creatura mostruosa si stava inabissando e la colpì proprio al centro degli occhi uccidendola all'istante, il tremendo bagliore emanato dai suoi occhi si offuscò piano piano. La sua testa finì proprio a riva e così gran parte del suo corpo. Quando Regolo fu assolutamente certo che l'enorme serpente era davvero spirato, ordinò ai suoi uomini di scuoiarlo e così si ebbe la certezza, misurandolo, che il serpente era lungo ben 37 metri!!
Poichè una tale impresa non poteva solo essere racccontata ma anche documentata, l'enorme testa del serpente e le sue mascelle furono portate a Roma quando Regolo ritornò vittorioso.


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Fu tributata al Generale una possente ovazione, cosa abbastanza rara per quei tempi, per l'impresa che era riuscito ad affrontare. Le spoglie del serpente poi, fuorono esposte  in uno dei templi del Campidoglio dove rimasero ad imperitura memoria dell'impresa di Regolo almeno fino al 133 a.c. ai tempi della Guerra Numantina contro i Celtiberi; dopo la guerra però, non furono più ritrovate.

Nonostante l'impresa di Regolo sia stata assolutamente documentata dagli storici del tempo tuttavia esiste una certa perplessità riguardo all'esistenza di cotanto serpente proprio in quella zona: avrebbe potuto essere un pitone delle rocce africano considerando anche i cambiamenti climatici avvenuti in più di duemila anni anche se in quella parte del Continente si è quasi certi non esistesse; inoltre anche nelle zone in cui questo tipo di serpente era presente non si era mai registrata la presenza di un esemplare delle dimensioni anche solo simili a quelle descritte da Regolo e dal suo esercito!!


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Alla prossima leggenda dunque, sperando abbiate avuto una bella esperienza di lettura!!














Enrica Merlo 11/07/2019


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