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sabato 17 marzo 2018

LA MODERNITA' DI JACQUES DE VAUCANSON: L'ANATRA DIGERITRICE E LA MIGLIORE OFFERTA.

Jacques de Vaucanson (image from wikipedia)


Vi chiederete cosa mi sia preso. Provo a spiegarvelo. E' da quando, per ragioni squisitamente di tempo e logistiche, ho dismesso la mia web radio Mi mancano i Fondamentali 😽(clicca qui per ritrovarla comunque) che ho in animo di scrivere qualcosa su Jacques de Vaucanson. Perché? Affascinata dal film LA MIGLIORE OFFERTA di Giuseppe Tornatore, dove per vie traverse era potagonista anche lui, avrei voluto realizzare una puntata radiofonica che mai fu ma eccomi tornata sui miei passi. Chi era inanzitutto Jacques de Vaucanson?

Nato a Grenoble il 24 febbraio del 1709 il buon Jacques fu inventore ed artista. Appartenente alla piccola nobiltà Vaucanson ebbe presto l'urgenza di costruire i suoi primi automi da esibire in pubblico poichè in gravi ristrettezze economiche. Ma gli usurai per natura si sa, non fan sconti, anzi se possono ti taglian la gola ed il povero Jacques si trova a scrivere una supplica nientemeno che al Re Luigi XV e ad altri numerosi reali europei convinto della genialità delle sue invenzioni, genialità che gli viene assolutamente riconosciuta tant'è che da quel momento in poi non farà altro che costruire proprio automi, contesi addirittura da reali quali Federico II di Prussia il quale lo avrebbe voluto anche nella sua Accademia delle Scienze; Ma rimane fedele alla sua Francia ed in seguito viene nominato ispettore dei setifici al fine di riorganizzare l'industria serica francese sul modello dell'allora vincente sistema piemontese e di costruire un telaio automatico che lui prontamente realizza nel 1737. La versione finale del suo telaio risale al 1745. Vaucanson fa questo e anche altro. 
Una delle sue più eclatanti invenzioni fu infatti la famosa ANATRA DIGERITRICE, un automa, precursore dei nostri moderni robot, chiamati allora in modo molto più delicato ed elegante, "anatomies mouvantes". 


Immagine dal web - L'ANATRA DIGERITRICE

L'automa era in tutto e per tutto un'anatra ricoperta in bronzo, anatra con le sublimi qualità di riuscire ad ingerire cibo, digerirlo e defecarlo. In realtà all'interno dell'anatra non avveniva un vero e proprio processo digestivo poichè le feci (mi si perdoni) venivano inserite in un altro scomparto, preventivamente. Fu comunque una trovata geniale nonché interessante poichè parte del processo era visibile al pubblico grazie alla trasparenza dell'anatra a livello dell'addome. A tutti gli effetti l'anatra beccava le sementi, le ingoiava, era in grado di bere, spiegava le ali, poteva allungare il collo ed aumentare la velocità del movimento del gozzo durante la deglutizione, una cosa eccezionale per quei tempi, e forse anche per i nostri ricordo, che parliamo di un automa costruito nel 1700, la macchina era composta da più di quattrocento parti mobili. L'ANATRA DIGERITRICE venne esposta nel 1744 al Palais-Royal tanto fu grande il suo successo, ed addirittura VOLTAIRE disse: "Senza l'anatra di Vaucanson non ci sarebbe nulla a ricordarti la gloria della Francia" eh già. Fu talmente colpito dalla genialità dell'inventore da ribattezzarlo "Il rivale di Prometeo". Purtroppo l'automa di Vaucanson andò distrutto insieme ad altri prototipi di automi nell'incendo del 1879 che distrusse il Museo Niznij Novgorod dove era esposto in quel momento. 
Altro automa di Vaucanson degno di nota che pare fu ispirato dalla visione dello stesso, della statua del "Fauno" di Antoine Coysevox esposto ai Giardini delle Tuileries, fu un piccolo FLAUTISTA automatizzato con labbra mobili, una lingua che serviva come valvola per il passaggio dell'aria e dita mobili con le punte in pelle che effettivamente aprivano e chiudevano i registri del flauto. Non ho trovato un'immagine originale del flautista ma una simile di un certo Innocenzo Manzetti di Aosta (1826-1877) che pare abbia raggiunto con codesto automa dei livelli di funzionalità e di robotica davvero ragguardevoli.


Particolare dell'interno dell'anatra di Vaucanson - immagine dal web




Il Flautista di Manzetti - Immagine dal web

In seguito furono fatti numerosi tentativi per riprodurre L'ANATRA DIGERITRICE di Vaucanson. Il tentativo meglio riuscito fu quello di Frédéric Vidoni che nel 1998 riprodusse l'automa di Vaucanson tale e quale l'originale, l'opera è esposta al Museo degli Automi a Grenoble. Per dovere di cronaca cito anche l'artista concettuale belga Vim Delvoye (anche se preferisco l'idea romantica di Vaucanson di anatomies mouvantes) che con la sua "Cloaca machine" riuscì questa volta a realizzare le ambizioni di Jacques de Vaucanson di far defecare un automa. E a differenza del rivale di Prometeo si arricchì parecchio vendendo tutte le feci della sua macchina ma questo dimenticatelo, per favore. 
Perchè si è parlato de LA MIGLIORE OFFERTA di Giuseppe Tornatore? 


L'automa presente nel film del 2013 - immagine dal web

Perchè durante lo svolgersi della trama il protagonista trova, pian piano, dei pezzi arrugginiti dell' automa che vedete qui sopra (che non è un originale, si sappia)  e Vaucanson viene nominato spesso e volentieri, per questo mi sono incuriosita così tanto. Ma il film riguarda solo relativamente questo argomento anche se la meccanica è molto presente nella trama, molto di più l'arte, vi consiglio di vederlo; Io l'ho adorato anche se a tratti potrebbe apparire grottesco se non assurdo. Però guardatelo e non badate ai miei giudizi.


Uno splendido Geoffrey Rush, protagonista de LA MIGLIORE OFFERTA - immagine dal web

Spero che questo mio articolo abbia in qualche modo acceso il vostro interesse. Almeno mi sono tolta questo sfizio che mi stava rodendo un pochino l'anima, questa urgenza, questo bisogno di parlarvi di Jacques de Vaucanson. Grazie.

Enrica Merlo🐈 17/03/2018

MI MANCANO I FONDAMENTALI

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mercoledì 17 agosto 2016

Un regalo felino è sempre gradito; J'aime Paris.


Potrete trovare l'immagine originale instagram di questa bella fotina al seguente link https://www.instagram.com/p/v4W3cqvbj_/?taken-by=enrica_merlo


SONO SOLO STORIE...sono sempre e solo storie.
 

Questo bel libro si intitola "LE PETIT LIVRE DES CHATS" (il piccolo libro dei gatti) ed è un piccolo gioiellino tutto scritto in francese con delle bellissime illustrazioni all'interno sulla falsariga di quella che si può vedere sulla copertina. La parte esterna delle pagine è dorata, adoro questo libro e ho pure paura a leggerlo per timore di sciuparlo (vedo già le vostre facce ironiche come a dire " Si vabbé questa non lo legge perchè non sa il francese e fa la sapientona"); niente di più sbagliato. dovete sapere che comprendo perfettamente o quasi e leggo anche il francese ma non lo parlo. In effetti è una storia un pò lunga che però potrei raccontarvi tanto per dirvi che i traumi infantili si superano a fatica oppure non si superano proprio. 
Ho da sempre delle zie che vivono in Svizzera a Ginevra. Molte delle mie estati di bambina le ho infatti passate proprio in questa bella città (molto ordinata e pulita, VERAMENTE). E' quindi ovvio che sia le mie zie che i nostri conoscenti non si mettessero a parlare in italiano per compiacermi, anzi, il carattere tipico elvetico è anche un tantino a volte, pistino e torturatore ☂ ma giusto un pocolino. Ma mi sto dilungando, quindi per farla breve io sono arrivata ad avere un buon grado di comprensione del francese quando ero relativamente piccola. Mia madre, che buonanima, è sempre stata molto precisina, quasi svizzera pure lei, una volta si produsse nella risata più sonora che le abbia mai sentito fare proprio in direzione di una mia frase detta in francese (nemmeno lei fosse madrelingua) e questo successe ovviamente in pubblico. Bene, da allora un tacito giuramento con me stessa mi ha impedito di proferire mai parola in francese se non nell'estrema intimità della compagnia di me stessa o al limite delle mie gatte. Sto cominciando giusto ora dopo due viaggi a Parigi a dire "merci" "bonjour" "bonsoir" ma tanto timidamente che manco mi si sente.
Il libro qui sopra mi fu regalato nel settembre del 2014 durante la mia prima visita a Parigi, un'esperienza meravigliosa che porto nel cuore. Inutile dire che ho visto tutti i posti tradizionali di questa città che ti strega benevolmente, ma, grazie alla mia guida personale ehm☚ anche dei luoghi insoliti e ti credo che ci ho lasciato il cuore. Siamo poi ritornati l'anno dopo nel giugno del 2015 dove ho ritrovato la solita meravigliosa incantatrice Parigi ma già con qualche segno di inquietudine...durante la notte infatti giravano numerose pattuglie di polizia ed ambulanze e molti immigrati o chi erano non lo so, sostavano sulle panchine o agli angoli delle strade cosa che prima non avevo notato. Credo, a posteriori, che fosse già un debole ma inquietante inizio dei massacri che sono stati perpetrati nei confronti di questa città, ma chi poteva pensarlo allora. Non mi resta che augurarmi che presto tutta questa follia finisca e che si possa ritornare a Parigi come in altre città europee con serenità e senza paura di saltare per aria anche se personalmente temo che forse, ora come ora sia tranquilla tanto Parigi quanto Milano, cioè per niente, grazie a questi personaggi che amano trovare ogni giorno modi diversi per farci saltare per aria, sgozzarci o travolgerci con dei camion. E ritornerò a Parigi eccome e mi farò magari comprare un altro bel libro in francese sui gatti...volete leggerne con me un passaggio?


LA DOMESTICATION
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L'onde-chat fait que l'on est fèlin ou pas fèlin,
que l'on naît F ou pas F
FERNAND MÉRY
Le chien a été le premiere animale domestiqué par l'homme, quand celui-ci était encore un chasseur nomade. le chat, lui, ne fut domestiqué qu'à l'époque des premières population sédentaires, qui pratiquaient l'agriculture. Apprécié pour son talent de chasseur, le petit félin fut en effet peu à peu invité à rester dans les maisons pour traquer les rongeurs, jusqu'à devenir un animal familier. On a longtemps pensé que sette domestication datait du néolithique (9000-3300 av J.C.). Mais la mise au jour d'une sépulture contenant un homme et un chat dans le village de Shillourokambos , à Chypre, a repoussé encore plus loin la date de l'approvoisement du chat. Le petit félin serait en effet l'ami de l'homme depuis plus de 10 000 ans! Cette découverte faite en 2004 est peut- être la preuve que l'île de l'Amour fut la terre natale du chat domestique, avant l'Egypte.
(e la deliziosa immagine che accompagna lo scritto; spero abbiate gradito e che vi si sia aperto il cuore come si è aperto a me)

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So che siete impazienti di sapere il resto a questo punto!! 





Vi voglio già bene, chiunque voi siate e qualunque cosa voi stiate pensando in questo momento.