martedì 31 ottobre 2017

🎃👻 HALLOWEEN secondo me 🎃👻


Dovete sapere che "Halloween" non mi ha mai entusiasmata.
Stamattina ho letto un post di una blogger su facebook che però mi ha, in un certo senso, riappacificata con questa ricorrenza. Ci sono, dovete sapere, o forse lo sapete perfettamente, due scuole di pensiero: quella dei pro-halloween a prescindere ovvero i bambini oppure i festaioli-discotecomani accaniti e quelli che pensano che "allouin" sia una festività che non ci appartiene perchè arriva dritta dritta dagli Stati Uniti che ne hanno fatta una questione prettamente commerciale. Ultimamente si tende a pensare che sia piuttosto una credenza celtica, il che, in un certo senso metterebbe meno livore in chi proprio non può soffrire la suddetta festicciola, poichè sembrerebbe ordunque una festività più vicina a noi.
Parlando con mio padre qualche giorno fa ho espresso il mio più totale disprezzo nei confronti di questa occasione mondana e lui stranamente ha ridimensionato il tutto; mi ha parlato di quando era molto piccolo e di come, effettivamente, in occasione della ricorrenza di Ognissanti o della "giornata dei Morti" come  si dice, capitasse che in questi giorni già girassero zucche o candele per tenere lontani gli spiriti cattivi (o penso io piuttosto per esorcizzare la paura della morte in questi giorni generalmente poco felici).


Caspita, vuoi vedere che alla fine han ragione quelli che festeggiano Halloween? La versione che però mi è piaciuta di più è stata proprio quella della blogger di cui vi ho parlato sopra: pare dunque che usi, da tempi non ben definibili, mettere alla finestra delle candele proprio nella notte tra il 31 ottobre ed il 1° novembre questo non per esorcizzare qualche strana stregoneria ma semplicemente per guidare gli spiriti dei nostri cari in questa notte particolare dove sembra possano in qualche modo ritornare dal regno dei Morti per salutare e non spaventare badate, le persone a loro care. Tutto qua semplicemente. Una bella storia che si può tranquillamente raccontare anche ai bambini e che per una volta forse può aiutare noi umani mortali ad avere una visione meno cupa di questo avvenimento che fa pur parte della vita anche se lo temiamo per natura.
Io dunque ho deciso, non di festeggiare, ma di celebrare questa notte facendo una cosa semplicissima...la vedete la foto in cima all'articolo? E' una piccola candelina che poco prima di scrivere tutto questo ho acceso sul comò che sta in camera mia e sul quale c'è la foto della mia Mamma che se n'è andata nove anni fa...questa candelina si può vedere anche da fuori e per stasera terrò anche metà scuri aperti; così facendo spero proprio che se lo desidera, la mia mamma, o tutti coloro a cui ho voluto bene e non ci sono più, possano venirmi a salutare, Mi riempirebbe il cuore. E mi piace l'idea che in questo modo ci si possa porre nei confronti della morte in un modo, almeno per una notte, non così tragico, definitivo, eterno.


E per non far torto a nessuno, ecco un numeroso branco di bimbi "dolcetto o scherzetto" proprio di fronte a casa mia!! In diretta!! (scusate per la qualità pessima della foto)

Enrica Merlo 🐈 31/10/2017 ore 18,46

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domenica 29 ottobre 2017

Una serata con POETICILIBRI#2 📖📚

Il logo di Poeticilibri

Condotto da Max Ponte , Poeticilibri si svolge da settembre di quest'anno presso la Libreria Belgravia di Luca Nicolotti, in via Vicoforte 14/a a Torino.
Ogni volta l'emozione di conoscere nuova Poesia e nuovi Poeti in un luogo che pare fatto apposta per accogliere il pubblico e metterlo a proprio agio.
Un esperimento ad ora peraltro perfettamente riuscito, di riavvicinare "la libreria" ed il pubblico, non necessariamente tecnico, ad una materia che solo apparentemente pare ostica, la Poesia.
Ieri, ovvero sabato 28 ottobre dalle 18,30 hanno parlato dei loro libri:

-Bianca Sorrentino con "Mito classico e Poeti del'900" (Stilo Edizioni)
-Margherita Coldesina con "Il gioco era dirsi" (Lietocolle)
-Ennio Onnis con "Dogma..." (Raineri Vivaldelli Editore)
-Aldo Berti "Tre incontri col Diavolo - raccontinversi" (Faust Edizioni)
-Donatella Lessio con "Mémoire" (Achille e la Tartaruga)

Ricordo a chi volesse avvicinarsi a questi incontri che la prossima data di #poeticilibri sarà sempre in via Vicoforte 14/a a Torino SABATO 9 DICEMBRE alle ore 18,30.

Felice di aver assistito a Poeticilibri#2 (qui con la mia cara amica Anna)

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Enrica Merlo 🐈29/10/2017

martedì 24 ottobre 2017

💢IL MIO CONTROVERSO RAPPORTO CON I NIBELUNGHI 💢


Una graziosa biondina italica anche se non pare.

Qualche giorno fa parlando tra amici mi è ritornato alla mente un ricordo molto buffo anche se al momento in cui lo vissi non mi pareva poi così divertente.
Perché questo titolo? Ve lo spiego immantinente. Parlando di teutonici soggetti mi è tornato alla mente un episodio alquanto singolare della mia fanciullezza. Quando ero piccina e fino ad età più o meno avanzata (credo intorno ai diciotto anni) io e la mia famiglia andavamo al mare in un bellissimo campeggio a Cavallino Treporti vicino a Venezia. Codesto campeggio poiché strategicamente ubicato, era piuttosto frequentato da soggetti di origine germanica anziché no. A giugno poi, mese preposto dal mio paterno genitore a detta sua momento migliore per andare al mare perché meno affollato, la popolazione nibelunga era particolarmente folta, non mi chiedete tuttavia il perché. Fatto sta che praticamente noi eravamo l'unica famiglia italiana in mezzo a biondissimi individui et individue piuttosto ben piazzati. Potrei raccontarvi davvero parecchie cosette ma mi limiterò a dirvi che...
Avevo 11 anni ero innocente e piuttosto sulle mie. La spiaggia, in codesto campeggio si raggiungeva tramite una scalinata unico varco spaziale per poter raggiungere l'ombrellone. Capitò che un infausto giorno dovendo andare a fare un goccino di plin plin scendessi la fatidica scala la quale si affacciava su una sorta di incrocio a T che dava sulle tre aree principali del campeggio (molto "tetesca" come concezione). Io per raggiungere i bagni più vicini dovevo recarmi verso il vialetto a destra e fin qui tutto bene, senonché quel giorno, proprio al centro dell'incrocio c'era un ragazzetto fulvo e piuttosto tarchiato che mi guardava abbastanza torvo (ma al momento non vi feci caso più di tanto). Feci molto più caso alla portentosa legnata che mi piombò sul coppino non appena mi avviai verso il vialetto. Il fulvo tarchiato cominciò ad ingaggiare con me una lotta abbastanza impari in quanto io non ho mi avuto un gran fisico. Quel giorno io non lo sapevo ma era l'inizio di un vero e proprio incubo, tornai a casa senza dire una parola ai miei ma pesta come una braciola di maiale. La cosa si ripetè praticamente tutti i santissimi giorni fino alla fine del nostro "mese d'aria", la vacanza in assoluto più triste della mia vita, accennai vagamente riguardo all'accaduto solo gli ultimi giorni visto che bontà loro i miei genitori avevano notato quanto mi piacesse disertare la spiaggia quell'anno.

Un nibelungo

Avevo 12 anni e tornammo sempre al solito campeggio con la solita scalinata con la solita biforcazione a T con il solito, purtroppissimo, tipo nibelungo tarchiato fulvo nel bel mezzo, questa volta cresciuto di almeno 15 centimetri (mentre io ero praticamente "invariata"). Indovinate? Stessa batteria di botte tutte le volte. Questa volta però mi premunii di raccontare in modo dettagliato l'accaduto al mio pater familias qualche giorno dopo, con la speranza di tornare a casa quell'anno, con una parvenza di abbronzatura. Compresa la portata dell'affronto alla figliola, il mio papi partì alla volta della megatenda galattica della famigliuola del mascalzone nibelungo. Che tristezza. Dopo una chiacchierata degna di un piemontese che tenti di comunicare con un abitante di Pandora (vedi Avatar) ma che evidentemente nun gliela fa, viste anche le dimensioni del pater del mascalzone nibelungo (un armadio a sei ante con rialzo) il mio impavido papi mi prese da parte e con occhi tristissimi e colmi di comprensione mi disse "Alè mei che lasuma perdi; a sun trop gros" (trad. "E' meglio assai mia dolce figliola, lasciare che il giovane nibelungo sfoghi le proprie frustrazioni onde evitare che la sua abbondante nonché enorme famiglia ci stermini" più o meno). Iniziò una vacanza meno triste della precedente ma sicuramente solitaria e assai poco abbronzata, di nuovo. Devo dire che forse grazie al mio picchiatore teutonico, sviluppai il mio estremo amore per la lettura che perdura ancora oggi, rimanendo tutto il tempo che avrei dovuto occupare nuotando e giocando a racchettoni, nella veranda della nostra roulotte. Anche quell'anno tornai a casa bianca come una mozzarella tanto che potevo tranquillamente gareggiare coi nibelunghi per biancore della pelle ma sicuramente talmente colta da poter sbaragliare tutti i "Rischiatutto" in tutte le lingue del mondo.

Il nibelungo turbato

Avevo 13 anni quell'anno e non vi sto a dire che tornammo là, stessa spiaggia, stesso mare, stessa scala, biforcazione e dulcis in fundo nibelungo che aveva una faccia paonazza manco avesse già 45 anni, grugno ingrugnito più che mai ed altezza non precisamente definibile ma più o meno tra il metro e settanta ed il metro e novanta. -Eh no eh, se mi legna questa volta mi polverizza e mi userà la sua famiglia come erba cipollina sulla pasta-. Tant'è; ero in ballo e dovevo ballare anche se, parlando malamente, me la stavo facendo sotto. Dovete sapere che da sempre, forse presa da altre più interessanti occupazioni, non avevo quasi la percezione dei cambiamenti che il mio corpo aveva operato causa probabilmente il fatto che eran passati due anni, mi vedevo ancora come l'undicenne gracile, indifesa, piatta come un'omelette di due anni prima. Vedetemi invece al rallentatore con i biondi capelli tipo alga guam che si muovevano lentamente alla lieve brezza marina; vedetemi con un petto non più piatto ma che riusciva quasi a riempire la parte superiore del bikini, vedetemi con dei fianchi che non parevano più quelli di un paracarro ma piacevolmente rotondetti, vedetemi insomma che non somigliavo più ad Harry Potter ma finalmente a qualcosa di vagamente simile ad una donna, similteutonica ma, col senno di poi, molto molto più, mi si consenta la licenza poetica, figa. Bene, vedetemi scendere le scale come una bella, giovane sirenetta bionda con lunghe bionde ciglia che sbattevano ammiccanti (leggere tanto finalmente aveva dato i suoi frutti). Quello che accadde fu straordinario; il crudele nibelungo (per favore concentratevi e mantenete l'inquadratura cinematografica rallentatata) man mano che mi avvicinavo ondeggiante si stava trasfigurando, diventava quasi bello (mah) sgranava tanto d'occhi, credo di aver visto anche un pò di bava alla bocca ma, cosa assai più importante, non levò i suoi badili su di me lasciò le sue immani braccia teutoniche lungo i fianchi arrese, inermi. E fu così per il resto della vacanza. Rimase ogni giorno religiosamente ad aspettarmi sbavante, incapace di abbaiare, pardon, di dire alcunché, evidentemente, ebbene sì, innamorato come una pera cotta. La cosa non mi fece nè caldo nè freddo ma qualche soddisfazione l'ebbi: una portentosa abbronzatura innanzitutto, la consapevolezza che forse da crisalide stavo diventando una perdinci di farfalla e alla fine della vacanza passare in macchina davanti alla reception e vederlo lì, come un ciuffo di sedano selvatico ma fulvo e sono certa che nei suoi occhi brillasse oltre che una lacrima furtiva sicuramente una malcelata tristezza. Faceva bene ad essere triste il mio aguzzino teutonico: l'anno seguente andammo al mare ma nel mese di luglio (evidentemente anche mio padre si era preso una licenza poetica) e l'estate del mio quindicesimo compleanno, ritornati in giugno non c'era più...o semplicemente ero così presa a guatare i movimenti del mio vicino olandese (e a cercare di capire un'acca di quel che diceva) che proprio non lo vidi.
Ecco perchè, oltre che per campanilismo naturale, ogni volta che giocano Italia e Germania ricorro alla finta mamma di Rapunzel perchè faccia perdere con qualche incantesimo quelli che definisco (ma con simpatia) i crucchi...avrei forse dovuto amarli?

Ti sarebbe piaciuto eh brutto nibelungo cattivo?

Le foto in questo mio racconto sono tratte dal film "Cane all'Opera" del 1957 diretto da Chuck Jones e che vedono Taddeo e Bugs Bunny (Brunilde) alle prese con l'opera di Richard Wagner "L'Anello del Nibelungo" "L'Olandese volante" ed il "Tannhauser".

Grazie per avermi letta.

Enrica Merlo 🐈 24/10/2017

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martedì 17 ottobre 2017

LA VITA CHE PULSA NELLE COSE


Un leone che ne ha viste di tutti i colori. Questo è ciò che rimane di un lavatoio che stava nel cortile di casa mia. Un leone che forse non ha idea che presto, magari, per sghiribizzo di qualcuno, verrà abbattuto, oppure ne ha sentore eccome. Il bello di noi umani è che abbiamo questa maledetta presunzione di pensare che tutto ci è dovuto e che possiamo disporre di chiunque e di qualunque cosa a nostro piacimento. Il punto è che non si può disporre di nessuno in quanto essere senziente dotato di anima, cervello, identità, sensibilità; non si può disporre degli animali che, badate bene, sono un gradino più sù di noi perchè dispongono di tutte le nostre meravigliose qualità più una che è la purezza che noi sogniamo ma non avremo mai...sacrilegio sarebbe fare loro del male, distruggere la purezza è togliere man mano un pò d'ossigeno alla nostra Terra.
Poi ci sono le cose, guardate bene questa foto:


Pubblicata su instagram l'anno scorso a questo link https://www.instagram.com/p/BJQDeKZBF2j/ era una sorta di mio orgoglio personale. La nostra casa infatti era nei tempi andati, parte di una canonica annessa al campanile, alla canonica principale ed alla chiesa che sta proprio dietro a questo muro. Non so datarlo esattamente ma credo che sia stato costruito poco dopo il medio evo, ma proprio poco, anzi, a detta degli anziani che ancora ricordano qualcosa delle cose passate, poichè ahimé annesso alla canonica e a tutto il complesso vi era ovviamente anche il cimitero, pare che durante il periodo della peste il suddetto cimitero avesse un attimino sforato nel nostro cortile per un deciso e urgente bisogno di spazio per dare pace alle anime salite al cielo. Quindi immaginate cosa non debbano aver visto di brutto ma anche di bello quelle mura. Bene quelle mura oggi le stanno abbattendo per far posto a...non son cose che interessino in questo frangente e poi incorrerei probabilmente in denunce e balle varie, sono già abbastanza addolorata così. Però sottolinerei gli hashtag che avevo inserito in calce alla foto qui sopra: senso di #eternità da #custodire e non aggiungo altro. Oggi piango, io, mia figlia, mio padre e non so chi altri francamente ma sicuramente tutte le anime che sono transitate da qui, l'abbattimento di un pezzo di storia, non solo familiare ma del paese, un pezzo di storia.
Va bene che la sensibilità non sta più di casa da nessuna parte però, per me è veder abbattere un pezzo di me stessa. Possibile che non si senta più, che non si sia più in grado di avvertire la vita, anche la vita che sta dentro alle cose? Avete mai provato ad appoggiare la mano su qualcosa di estremamente antico? Non avete sentito QUALCOSA? Beh, se lo avete sentito allora siete salvi da questa crudeltà, da questa durezza d'animo da questo ghiaccio che sta ricoprendo tutti noi. Io vorrei tanto che si potesse reimparare quanto anche gli oggetti, specie quelli antichi abbiano tanto da raccontarci, basterebbe avere un minimo di sensibilità dentro, ecco appunto, la SENSIBILITA', basta avere quella e poi una soluzione si trova sempre. Magari pensare ad un'altra soluzione che non abbattere un muro che è lì da SEMPRE.

Grazie.



Vista la tendenza all'abbattimento voglio ricordare l'ultimo ora effettivo pezzo di muro antico, prima che pure lui sia vittima di questa corsa al rinnovamento.

Perdonate lo sfogo.

Enrica Merlo 🐈 17/10/2017


lunedì 16 ottobre 2017

🌠Björk – The Gate🌠



Ritorno a scrivere sul mio blog fermo ormai da mesi, parlandovi di una cantante, di una canzone, di un video. Ho una particolare simpatia nei confronti d Bjork da sempre, una creatura per cui la stranezza non è mai stata un vero e proprio problema. Cantante islandese da anni ormai sulla cresta dell'onda nota anche per i suoi testi ed i suoi video innovativi. L'altro giorno, indugiando su youtube mi è capitato di vedere il suo ultimo video da poco uscito intitolato THE GATE. E' da anni ormai che Bjork cavalca l'onda dell'innovazione usando nei suoi video elementi tecnologici sofisticatissimi legati anche da supporti, per così dire, "artigianali" con risultati più spesso che no, davvero incantevoli. 
E' in uscita a novembre il suo prossimo album UTOPIA, THE GATE è per l'appunto, l'anticipazione di questo nuovo lavoro, uscito il 15 settembre in digitale e una settimana dopo circa anche disponibile in vinile. 
Perchè vi parlo di questo nel mio primo articolo dopo una lunghissima assenza? Non c'è un vero motivo in realtà se non il fatto che ho trovato davvero speciale questo nuovo singolo e spettacolare il video. THE GATE è sostanzialmente una canzone d'amore, delicata, sognante, dolcemente iperfuturista, commovente e semplice nel suo messaggio.



THE GATE

My healed chest wound
Transformed into a gate
Where I receive love from
Where I give love from

And I care for you, care for you
I care for you, care for you
Care for you, care for you
I care for you, care for you

Split into many parts
Splattered light beams into prisms
That will reunite

If you care for me, care for me
If you care for me, care for me
Care for me, care for me
And then I’ll care for you, care for you
I care for you, care for you
I care for you, care for you
Care for you, care for you

Didn’t used to be so needy
Just more broken than normal
Proud self-sufficiency
My silhouette is oval
It is a gate

I can care for you, care for you from
I can care for you, care for you
I care for you, care for you
I care for you, care for you
I care for you, care for you
You care for me, care for me

Care for you 

TRADUZIONE

La mia ferita al petto guarita
Trasformata in un cancello
Da dove ricevo l’amore
Da dove do l’amore

E io ci tengo te, mi preoccupo per te
Tengo a te, mi preoccupo per te
Tengo a te, mi preoccupo per te
Tengo a te, mi preoccupo per te

Diviso in molte parti
Fasci di luce si trasformano in prismi
Che si ricongiungeranno

Se ci terrai a me, se ti preoccuperai per me
Se ci terrai a me, se ti preoccuperai per me
Terrai a me,
E allora mi prenderò cura di te, cura di te
Io ci tengo a te, ci tengo a te
Io ci tengo a te, ci tengo a te
Ci tengo a te, ci tengo a te

Non sono sempre stata così bisognosa
Solo più a pezzi del normale
Orgogliosa dell’autosufficienza
La mia sagoma è ovale
È un cancello

Posso prendermi cura di te, prendermi cura di te 
Posso prendermi cura di te, prendermi cura di te
Io ci tengo a te, ci tengo a te
Io ci tengo a te, ci tengo a te
Io ci tengo a te, ci tengo a te
Ci tieni a me, mi vuoi bene
Tengo a te

Due creature, un uomo ed una donna (così vedo io il video) mimano l'atto della procreazione in una danza elegante e rilassante dove il feto, il centro della loro attenzione proviene dal petto di Lei ed è un essere di luce. La canzone, come potete sostanzialmente comprendere è effettivamente d'amore ma di un amore puro e che trascende le leggi del tempo e dello spazio, il testo è di una semplicità disarmante e riconduce a quello che dovrebbe essere l'Amore a tutti gli effetti, un prendersi cura reciproco e il godimento di questa vicendevole cura. La delicatezza sia di sentimento che di atto è la colonna portante di questo motivo. Un messaggio discreto ma forte ad abbandonare le nostre eccessive sovrastrutture e a tornare ad una sorta di ancestrale visione di quelli che dovrebbero essere i rapporti amorosi/filiali/amicali, tra esseri "umani". Vi propongo, qui di seguito il video sperando che anche voi possiate avere una percezione estremamente positiva e felice di questo nuovo,  a mio avviso, capolavoro di Bjork (spesso apprezzata ma non completamente compresa). 



 La danza 

Ritornata al mio blog spero di continuare anche se non assiduamente a scrivere di quello che più mi piace e colpisce e spero che non mi abbiate dimenticata totalmente nel frattempo; grata di aver potuto ricominciare con un post nato da un'emozione molto forte ed estremamente positiva. Al prossimo articolo.

Enrica Merlo 🐈

ps Le immagini presenti nell'articolo sono screenshots ottenuti dal video stesso.