venerdì 20 marzo 2020

BOUDICCA, UNA DONNA DAVVERO RISOLUTA (SENZA BISOGNO DELLA PARITA' DEI SESSI)


Immagine da google che potrebbe essere soggetta a copyright, pazienza.



Vi parlo oggi di Boudicca, detta anche Budica o Boadicea (le versioni che ci son pervenute sono parecchie ad ogni modo pare che il nome esatto fosse Boudica) che visse tra il 33 ed il 61 dopo Cristo e fu Regina della tribù degli Iceni, popolo stanziato nella parte orientale dell'Inghilterra nota, e se non lo fosse adesso lo saprete, per aver dato un gran filo da torcere ai Romani. Le fonti principali sulla vita e le gesta di questa gran donna ci provengono come quasi sempre dal buon Tacito nel suo "De vita et moribus Iulii Agricolae". Secondo quanto ci racconta Tacito, Boudicca aveva origini nobili; fino ai sette anni visse con la sua famiglia d'origine per poi trasferirsi in un'altra famiglia nella quale venne istruita sulla storia dei popoli celtici e sull'arte della guerra.

Nel 43 dopo Cristo gli Iceni, pur essendo filo romani, si ribellarono poichè il proconsole di turno disarmò, o almeno tentò di farlo, la tribù a causa di disordini in quelle vicine. Nonostante una forte coalizione con le tribù confinanti gli Iceni furono sconfitti, il re in carica deposto e Prasutago salì al trono poichè era più filo romano di altri. Questo permise però alla tribù di mantenere la sua indipendenza.
Nel 47, sempre dopo Cristo,  Boudicca fu rispedita alla sua famiglia d'origine e andò in sposa proprio al re dal nome strano ovvero Prasutago con il quale la fiera fanciulla ebbe due figlie Isolda e Sorya.

Il buon Prasutago, filo romano sì ma non fesso, redasse un bel testamento in cui stava scritto che alla sua morte il suo regno avrebbe dovuto essere suddiviso equamente tra la sua Regina, le sue figlie e L'Impero Romano, questo perchè in genere i regni passavano ai figli maschi e se non ce n'erano, finivano a Roma e basta. Però, alla morte di Prasutago, (il re con il nome più strano della storia), il regno degli Iceni finì invece all'imperatore più psicopatico della storia, Nerone; va detto che non paghi di ciò (I Romani) misero alla berlina la Regina Boudicca nuda in pubblica piazza e stuprarono le figlie, sempre gentiluomini questi Romani, diciamolo.


La Regina Boudicca - immagine da google che potrebbe essere soggetta a copyright ma pazienza

Nel 60/61, sempre dopo Cristo, approfittando del fatto che un tal proconsole stava muovendo guerra ai Druidi nell'isola di Anglesey nel Galles settentrionale, Boudicca bella incavolata e forse pure di più per il molteplice affronto subito, si alleò con i Trinovanti, vicini di tribù e udite udite, attaccò quella che oggi è l'odierna Colchester, presidio romano che aveva fortemente vessato Iceni e non solo. Inutile dire che l'agguerrita Boudicca rase al suolo consoli, proconsoli e compagnia cantante. Nemmeno la IX legione Hispana (forse quella di  Russel Crowe? Devo informarmi😎) riuscì a tenere testa all'esercito di Boudicca che conquistò nuovamente la città e diede fuoco a tutto ma non è finita qui perchè la Regina proseguì nella sua inestinguibile avanzata e mise a ferro e fuoco letteralmente tutto quel che incontrava sul suo cammino, compreso il presidio di Londinium che non è altro che l'odierna Londra. Qui la faccio breve ma, tra una cosa e l'altra, Boudicca fece la bellezza di 80.000 vittime.

Inarrestabile fino ad un certo punto perchè dagli e ridagli i Romani misero insieme quel che rimaneva dei loro stracci e su quella che viene definita la Waiting Street nell'Inghilterra centro meridionale, nonostante un'evidente inferiorità numerica (ma con a capo probabilmente uno che non pensava solo a bere, magnare e trombare) procurarono a Boudicca e al suo esercito una pesante sconfitta, riprendendo definitivamente il controllo dei territori perduti. Da qui in poi ci sono due versioni della storia: una che Boudicca pur di non farsi catturare dai Romani si tolse la vita avvelenandosi, l'altra che cadde ammalata e morì poco dopo. Io darei buona la prima, la seconda se la saran inventata i Romani per evitare un'ultima brutta figura.

Nel medio evo la figura di Boudicca venne pressochè dimenticata (ma non solo quella; si erano pure dimenticati come ci si lavava) salvo rispuntare nell'immaginario collettivo nuovamente nel XVI secolo e splendere di grande luce nell'età vittoriana dove Boudicca divenne un vero e proprio simbolo della fierezza del popolo britannico. Ai giorni nostri, più o meno (si parla comunque degli anni '80 del secolo o millennio scorso che dir si voglia), una scrittrice quale Marion Zimmer Bradley nel suo ciclo di Avalon, in collaborazione con Diana Paxson scrisse, tutto dedicato a lei,  il romanzo "La Dea della guerra". Nel 2011 un altro romanzo le fu dedicato, di Massimiliano Colombo, "Il vessillo di porpora". Mi piace ricordare, tra le numerose canzoni a lei dedicate anche quella di una cantante che amo molto ovvero Enya, nell'album "Celts" in cui dedica proprio "Boadicea" a questa mitica Regina.


Immagine da wikipedia quindi free, evviva!!

Posso ancora dirvi che le furono dedicate anche delle statue: quella più famosa è sicuramente quella posta nell'estrema parte occidentale del ponte di Westminster e si intitola proprio "Boadicea e le sue figlie";  l'opera è dello scultore Thomas Thornycroft. 

***

Sono molto felice di aver raccontato le gesta di una donna tanto potente per l'età in cui è vissuta pensando con rammarico che ai giorni nostri, specie in Italia, dove il bigottismo più totale la fa ancora da padrone, se una donna va, per esempio, da sola a farsi una camminata in campagna viene additata come una zoccola in cerca di avventure.

***

Detto questo sono molto lieta ora di farvi ascoltare proprio "Boadicea" della straordinaria Enya. Grazie per essere stati, come sempre, pazienti lettori e di perdonare che io talvolta sia anche un tantino ineducata.










Enrica Merlo
per 
20/03/2020 ma scritto il 07/03/2020

Leggete un pò qui...


«Era una donna molto alta e dall'aspetto terrificante. Aveva gli occhi feroci e la voce aspra. Le chiome fulve le ricadevano in gran massa sui fianchi. Quanto all'abbigliamento, indossava invariabilmente una collana d'oro e una tunica variopinta. Il tutto era ricoperto da uno spesso mantello fermato da una spilla. Mentre parlava, teneva stretta una lancia che contribuiva a suscitare terrore in chiunque la guardasse.»
(Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, 62, 2)

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.